Il Lazio detiene attualmente quattro Denominazioni di origine protetta riferite all'olio extra vergine d'oliva - Sabina, Canino, Tuscia e Colline Pontine.
Il comparto oleicolo laziale occupa ad oggi circa 81 mila ettari di territorio regionale con una produzione annua di circa 262 mila quintali di olio, pari a poco più del 5% del prodotto nazionale.
Nel Lazio sono poco più di 300 i frantoi attivi, distribuiti su tutto il territorio regionale. Di questi, un terzo è rappresentato da frantoi tradizionali a macine e presse, i restanti sono di tipo moderno a sistema continuo. La capacità produttiva regionale si è attestata negli ultimi anni tra i 200 e i 350 mila quintali di olio estratto ogni anno.
Una coltura, quella dell’olivo, che si dimostra diffusa e radicata in tutta la regione e che conserva ampi margini di crescita qualitativa e quantitativa.

Olio extra vergine di oliva Sabina DOP

La Sabina è una terra in cui tutto il paesaggio agricolo è dominato dalle forme e dai toni degli alberi ad olivo. La coltura dell’olivo e la tradizioni ad esso connesso vantano radici millenarie come testimonia la presenza di oliveti secolari, custoditi gelosamente dagli agricoltori della zona. L’olio extra vergine di oliva della Sabina è stato tra i primi ad ottenere il riconoscimento della Denominazione di Origine Protetta.

Le varietà principali sono Carboncella, Leccino, Raja, Pendolino, Frantoio, Moraiolo, Olivastrone, Salviana, Olivago e Rosciola, fino a costituire almeno il 75% della materia prima. Altre varietà possono concorrere fino ad un massimo del 25%. Ha un colore giallo oro dai riflessi oro, acidità massima pari allo 0,60%, odore fruttato e sapore aromatico e vellutato, amaro con finale piccante per gli oli freschissimi. Tra le sue peculiarità spicca la bassa acidità, che raggiunge al massimo lo 0,6%. Il colore è di un giallo oro che, negli oli più freschi, conserva sfumature verdognole. L’aroma è fruttato, così come il sapore, che al palato si presenta vellutato, uniforme, aromatico, leggermente piccante. Tendenza amarognola negli oli freschissimi che si attenua e volge al dolce col passare del tempo.

Olio extra vergine di oliva Canino DOP

DOP storica della regione, prodotta nel viterbese, in una zona vocata all’olivicoltura fin dagli Etruschi. Le varietà principali sono l’autoctona Canino insieme con il Leccino, Pendolino, Maurino e Frantoio, impiegate da sole o congiunte. L’acidità è tra le più basse d’Italia, compresa tra 0,15 e 0,5%; il colore è verde smeraldo con riflessi dorati, il profumo fruttato che rimanda all’oliva fresca, il sapore deciso, leggermente piccante quando è fresco e con retrogusto tendente all’amarognolo.

Olio extra vergine di oliva Tuscia DOP

La terza in ordine di riconoscimento delle DOP oleiche laziali è rappresentata dalla Tuscia. Il prodotto è estratto e confezionato in 52 comuni della provincia di Viterbo, nelle sottozone dei Colli Cimini, Collina Viterbese e lago di Bolsena. La varietà autoctona Canino, oliva piccola e a lenta maturazione, consente di produrre un olio a bassissima acidità di colore verde, molto profumato e dal sapore spiccato. Le altre cultivar comprendono Frantoio, Moraiolo e Leccino, seguite da Grognolo, Fuscurella, Maurino, Pendolino.

Olio extra vergine di oliva Colline Pontine DOP

Nel 2010 è stata riconosciuta anche la DOP Colline Pontine, le cui proprietà e peculiarità sono riconosciute da documentazioni storiche che risalgono al 1872. Prodotto nella provincia di Latina, questo olio presenta colore dal verde al giallo più o meno intenso, odore fruttato di oliva invaiata. Il sapore è fruttato di oliva invaiata, con sensazione di amaro e piccante. Viene ottenuto dalla molitura di olive della varietà Itrana dal 50 al 100%, Frantoio e Leccino sino al 50%. Possono essere presenti altre varietà per un massimo del 10%.